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Cos’è una confraternita?

Per confraternita si intende, ai sensi dei canoni 298 e seguenti del vigente Codice di diritto canonico:

“Un’associazione pubblica di fedeli della Chiesa Cattolica che ha come scopo peculiare e caratterizzante l’incremento del culto pubblico, l’esercizio di opere di carità, di penitenza, di catechesi non disgiunta dalla cultura”.

Si hanno cenni dell’esistenza delle confraternite sin dall’epoca romana.

All’epoca le confraternite, tra le varie attività, trasponevano le Sacre Scritture al popolo spesso analfabeta.

Oltre a ciò, i Confratelli avevano ed hanno mantenuto tutt’ora il compito di assistere gli infermi, del suffragio dei defunti, di provvedere alla carità verso i poveri e gli stranieri e di raccogliere somme da destinare alle elemosine.

Un po’ di storia delle confraternite

Nel 1399, per il Giubileo del 1400, molti uomini appartenenti al movimento laicale dei bianchi, con indosso una cappa bianca ed incappucciati, passarono per tutta la Liguria diretti a Roma, portando in testa alla processione il crocifisso.

Nel XIV secolo nacquero confraternite dedite al conforto dei condannati a morte all’assistenza ospedaliera. L’importanza continuò ad aumentare, andando ad essere dei veri e propri centri di potere non direttamente sotto l’autorità vescovile.

Le confraternite presero il nome del santo a cui sono state dedicate. Questo sviluppo della loro funzione sociale,
portò al rinnovamento della vita cristiana

Originariamente i confratelli indossavano cappe bianche di materiale povero aperte sulla schiena.

Solo nel XVI secolo, con l’affievolirsi del fenomeno della flagellazione, si ebbe un arricchimento delle vesti, con la creazione di tabarini di raso e tessuti preziosi, anche ricamati in oro e argento.

Per le confraternite, ora come allora, il momento più importante è senza dubbio quello della processione, organizzate per le feste dei propri santi, o per alcune feste particolari, o come pellegrinaggi.

Durante questi eventi i confratelli portano le casse processionali i crocifissi, mazze, stendardi, candele.

I libri contabili conservati negli oratori ci danno l’esatto riscontro delle spese che venivano fatte per le processioni: candele per illuminare l’oratorio, compenso per la banda musicale, un compenso per i prelati che partecipavano, ed infine un rinfresco, spesso anche molto umile, con solo pane e vino, per chi aveva partecipato
alla funzione, anche per le confraternite vicine che avevano voluto unirsi ai festeggiamenti.